Ecco allora l'estate:
questa stagione della densità,
e direi quasi, della sconvolgenza,
della passione piena,
senza limiti
né riserve possibili,
questa stagione solare e cosmica
che ci accende le vene,
ci riscalda una devozione esangue e compassata
di persone soltanto rispettabili.
Il Signore Gesù rinunciò, per amore,
alla sua rispettabilità di Dio celeste,
alla sua rispettabilità
di rabbi severo e rigido;
si espose all'ironia e alle critiche;
si pose a tavola con i peccatori,
si lasciò baciare da una prostituta,
si fece mettere in croce tra due ladri.
Tu non sei stato rispettabile, Signore,
secondo i canoni del perbenismo borghese,
fatto di norme e di dignità formali.
Il tuo amore per noi
è dilagato senza sponde,
così come dilaga il sole furente dell'estate;
e noi ne restiamo abbacinati.
Adriana Zarri