Cari lettori, non è facile avvicinarsi al problema della sterilità.
Navigando su internet ho apprezzato diversi saggi ed articoli redatti da altrettanti esperti in materia, riguardanti appunto la sterilità e ciò che questa può significare per la mancata mamma o per il mancato papà ovvero per la coppia e la relazione di coppia : sensi di colpa, naufragio di un progetto ideato in comune, a volte rottura della relazione eccetera.
E' vero che esistono anche coppie che il figlio o la figlia non li desiderano. Ma non è di questo che intendo oggi parlarvi.
Ciò di cui oggi vorrei parlarvi è di una colpa per essere sterile, che ho provato proprio ieri, pensando ad un amico che un anno fa (era l'inizio di agosto) ha perso il figlio Francesco a causa di un incidente stradale.
"Soffro perché mi manca! E mi mancherà per tutta la vita!" Questo mi ha detto papà Giovanni. Ma questa volta a piangere ero io e non lui, perché anch'io vivo un lutto simile da quando ho scoperto di essere sterile, qualche mese dopo essermi sposato.
Da allora sono passati oramai venti anni e chi si è addentrato nei miei due blog avrà appreso che nel frattempo abbiamo adottato un bambino che oggi ha 21 anni.
Non sono stati anni facili, perché Fernando, questo è il nome di nostro figlio, da qualche anno a questa parte ha scelto strade sbagliate che lo hanno portato alla droga e alla microcriminalità, da cui ora sta tentando a fatica di recuperarsi con il sostegno di una comunità.
Ma per tornare al problema della sterilità, dal quale sono partito scrivendo questo modesto articolo, ci sarà sicuramente qualcuno che mi direbbe che abbiamo offerto al bambino in orfanotrofio una seconda chance, un'altra vita e ancora che i figli sono di chi li cresce e così via.
E' tutto vero ma io ieri ho provato un senso di colpa diverso dai soliti sensi di colpa che si leggono nei racconti delle donne o degli uomini sterili.
A me non manca il figlio o la figlia. A me dispiace che a causa della mia sterilità (azoospermia) io non sia stato capace di dare a una creatura la gioia dell'esistenza, la gioia della vita. E' vero: è la natura che ha voluto così, forse è addirittura lo stesso Dio che ha progettato per me una vita da sterile.
Il primo pianto del neonato alla nascita ha ceduto il posto al mio fino alla morte.
Riccardo Sante Maria Fontana
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