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14 agosto 2015 5 14 /08 /agosto /2015 16:29

 

 

 

http://www.teatronaturale.it/pensieri-e-parole/massime-e-memorie/2578-essere-madre-una-poesia-di-maria-teresa-santalucia-scibona.htm

 

 

ESSERE MADRE

Ti amai figlio,
prima che gli occhi innocenti
vedessero la luce.
Ti sentivo balzare in me,
mi nutrivo per nutrirti
con la pesca più dolce
che fosse polpa per le tue carni.
Passeggiavo per erbosi sentieri
nella brezza del vento,
perché nel tepore avvolgente
del grembo, tu potessi avvertire
il respiro della natura.
Sognavo per te creatura,
una leggenda individuale
un ricco temperamento.

Non credere che la mia attesa
non fosse venata di spasimi
e paura. Sentivo il peso
di questo - esser madre -
e l’afflizione segreta
d’una temuta sorte
che già nascendo
con serica pelle di luna,
correvi verso il dolore,
correvi verso la morte.
Ma si frantuma la pena
in una bruma di oblio
come la fragile felicità.
E vinse gli oppressi timori
la dolcezza intensa
del tuo divenire.

 

M.Teresa Santalucia Scibona

Dal volume I giorni del desiderio (1988), prefazione di Gabriella Sobrino, Piovan Editore

 

Mina - Signora piu' che mai - Testo in descrizione - YouTube

ESSERE MADRE

Ti amai figlio,
prima che gli occhi innocenti
vedessero la luce.
Ti sentivo balzare in me,
mi nutrivo per nutrirti
con la pesca più dolce
che fosse polpa per le tue carni.
Passeggiavo per erbosi sentieri
nella brezza del vento,
perché nel tepore avvolgente
del grembo, tu potessi avvertire
il respiro della natura.
Sognavo per te creatura,
una leggenda individuale
un ricco temperamento.

Non credere che la mia attesa
non fosse venata di spasimi
e paura. Sentivo il peso
di questo - esser madre -
e l’afflizione segreta
d’una temuta sorte
che già nascendo
con serica pelle di luna,
correvi verso il dolore,
correvi verso la morte.
Ma si frantuma la pena
in una bruma di oblio
come la fragile felicità.
E vinse gli oppressi timori
la dolcezza intensa
del tuo divenire.

M.Teresa Santalucia Scibona - See more at: http://www.teatronaturale.it/pensieri-e-parole/massime-e-memorie/2578-essere-madre-una-poesia-di-maria-teresa-santalucia-scibona.htm#sthash.68GsDXLZ.dpuf
ESSERE MADRE

Ti amai figlio,
prima che gli occhi innocenti
vedessero la luce.
Ti sentivo balzare in me,
mi nutrivo per nutrirti
con la pesca più dolce
che fosse polpa per le tue carni.
Passeggiavo per erbosi sentieri
nella brezza del vento,
perché nel tepore avvolgente
del grembo, tu potessi avvertire
il respiro della natura.
Sognavo per te creatura,
una leggenda individuale
un ricco temperamento.

Non credere che la mia attesa
non fosse venata di spasimi
e paura. Sentivo il peso
di questo - esser madre -
e l’afflizione segreta
d’una temuta sorte
che già nascendo
con serica pelle di luna,
correvi verso il dolore,
correvi verso la morte.
Ma si frantuma la pena
in una bruma di oblio
come la fragile felicità.
E vinse gli oppressi timori
la dolcezza intensa
del tuo divenire.

M.Teresa Santalucia Scibona - See more at: http://www.teatronaturale.it/pensieri-e-parole/massime-e-memorie/2578-essere-madre-una-poesia-di-maria-teresa-santalucia-scibona.htm#sthash.68GsDXLZ.dpuf
ESSERE MADRE

Ti amai figlio,
prima che gli occhi innocenti
vedessero la luce.
Ti sentivo balzare in me,
mi nutrivo per nutrirti
con la pesca più dolce
che fosse polpa per le tue carni.
Passeggiavo per erbosi sentieri
nella brezza del vento,
perché nel tepore avvolgente
del grembo, tu potessi avvertire
il respiro della natura.
Sognavo per te creatura,
una leggenda individuale
un ricco temperamento.

Non credere che la mia attesa
non fosse venata di spasimi
e paura. Sentivo il peso
di questo - esser madre -
e l’afflizione segreta
d’una temuta sorte
che già nascendo
con serica pelle di luna,
correvi verso il dolore,
correvi verso la morte.
Ma si frantuma la pena
in una bruma di oblio
come la fragile felicità.
E vinse gli oppressi timori
la dolcezza intensa
del tuo divenire.

M.Teresa Santalucia Scibona


Dal volume I giorni del desiderio (1988), prefazione di Gabriella Sobrino, Piovan Editore - See more at: http://www.teatronaturale.it/pensieri-e-parole/massime-e-memorie/2578-essere-madre-una-poesia-di-maria-teresa-santalucia-scibona.htm#sthash.68GsDXLZ.dpuf
ESSERE MADRE

Ti amai figlio,
prima che gli occhi innocenti
vedessero la luce.
Ti sentivo balzare in me,
mi nutrivo per nutrirti
con la pesca più dolce
che fosse polpa per le tue carni.
Passeggiavo per erbosi sentieri
nella brezza del vento,
perché nel tepore avvolgente
del grembo, tu potessi avvertire
il respiro della natura.
Sognavo per te creatura,
una leggenda individuale
un ricco temperamento.

Non credere che la mia attesa
non fosse venata di spasimi
e paura. Sentivo il peso
di questo - esser madre -
e l’afflizione segreta
d’una temuta sorte
che già nascendo
con serica pelle di luna,
correvi verso il dolore,
correvi verso la morte.
Ma si frantuma la pena
in una bruma di oblio
come la fragile felicità.
E vinse gli oppressi timori
la dolcezza intensa
del tuo divenire.

M.Teresa Santalucia Scibona


Dal volume I giorni del desiderio (1988), prefazione di Gabriella Sobrino, Piovan Editore - See more at: http://www.teatronaturale.it/pensieri-e-parole/massime-e-memorie/2578-essere-madre-una-poesia-di-maria-teresa-santalucia-scibona.htm#sthash.68GsDXLZ.dpuf
ESSERE MADRE

Ti amai figlio,
prima che gli occhi innocenti
vedessero la luce.
Ti sentivo balzare in me,
mi nutrivo per nutrirti
con la pesca più dolce
che fosse polpa per le tue carni.
Passeggiavo per erbosi sentieri
nella brezza del vento,
perché nel tepore avvolgente
del grembo, tu potessi avvertire
il respiro della natura.
Sognavo per te creatura,
una leggenda individuale
un ricco temperamento.

Non credere che la mia attesa
non fosse venata di spasimi
e paura. Sentivo il peso
di questo - esser madre -
e l’afflizione segreta
d’una temuta sorte
che già nascendo
con serica pelle di luna,
correvi verso il dolore,
correvi verso la morte.
Ma si frantuma la pena
in una bruma di oblio
come la fragile felicità.
E vinse gli oppressi timori
la dolcezza intensa
del tuo divenire.

M.Teresa Santalucia Scibona


Dal volume I giorni del desiderio (1988), prefazione di Gabriella Sobrino, Piovan Editore - See more at: http://www.teatronaturale.it/pensieri-e-parole/massime-e-memorie/2578-essere-madre-una-poesia-di-maria-teresa-santalucia-scibona.htm#sthash.68GsDXLZ.dpuf
ESSERE MADRE

Ti amai figlio,
prima che gli occhi innocenti
vedessero la luce.
Ti sentivo balzare in me,
mi nutrivo per nutrirti
con la pesca più dolce
che fosse polpa per le tue carni.
Passeggiavo per erbosi sentieri
nella brezza del vento,
perché nel tepore avvolgente
del grembo, tu potessi avvertire
il respiro della natura.
Sognavo per te creatura,
una leggenda individuale
un ricco temperamento.

Non credere che la mia attesa
non fosse venata di spasimi
e paura. Sentivo il peso
di questo - esser madre -
e l’afflizione segreta
d’una temuta sorte
che già nascendo
con serica pelle di luna,
correvi verso il dolore,
correvi verso la morte.
Ma si frantuma la pena
in una bruma di oblio
come la fragile felicità.
E vinse gli oppressi timori
la dolcezza intensa
del tuo divenire.

M.Teresa Santalucia Scibona


Dal volume I giorni del desiderio (1988), prefazione di Gabriella Sobrino, Piovan Editore - See more at: http://www.teatronaturale.it/pensieri-e-parole/massime-e-memorie/2578-essere-madre-una-poesia-di-maria-teresa-santalucia-scibona.htm#sthash.68GsDXLZ.dpuf
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commenti

M
Vi ringrazio molto per il delicato pensiero e per aver segnalato il mio testo " Essere Madre".<br /> Buona Serata, saluti cari.<br /> M. Teresa Santalucia Scibona
Rispondi
N
Cara Maria Teresa, la poesia in questione è bellissima ed in sintonia con la festa dell'Assunta di domani 15 agosto. Inoltre pubblicare la Sua poesia mi è sembrato l'unico modo per entrare in contatto con Lei, dato che non posso leggere i messaggi inviati in modo diverso dai commenti. Problema tecnico. Poi erano giorni che cercavo una poesia da pubblicare sul blog che fosse di conforto per Padre Gino Burresi. Lei oggi mi ha consentito di farlo ed il conforto a Padre Gino parte proprio dalla Sua sensibilità e vena poetica. E' una vena che spero infonda in Padre Gino il coraggio di sperare nel perdono da parte della Chiesa Madre. Essere Madre, come può la Chiesa essere Madre? La Sua poesia potrebbe essere un suggerimento. Se lo ritiene opportuno, cara Maria Teresa, può anche firmare la petizione rivolta a Papa Francesco per la riabilitazione di Padre Gino Burresi che trova online. Magari nel commento accanto alla Sua firma potrebbe riscrivere proprio la Sua stupenda poesia. Chissà che non operi il miracolo da tanto atteso : il ritorno tra di noi di Padre Gino!<br /> Grazie. Riccardo Fontana

Presentazione

  • : RIABILITAZIONE POST MORTEM DI PADRE GINO BURRESI
  • : Riabilitazione post mortem di Padre Gino Burresi Firma la Petizione https://petizionepubblica.it/pview.aspx?pi=IT85976 Giò 04/02/2011 14:27 "Sono dentro, donna o uomo che vive li nel seno di questa chiesa. Da me amata, desiderata e capita... Sono dentro. Mi manca aria, Aspetto l'alba, Vedo tramonto. La chiesa dei cardinali madri per gioielli, matrigne per l'amore. Ho inciampato e la chiesa non mi sta raccogliendo. Solitudine a me dona, a lei che avevo chiesto Maternità. E l'anima mia, Povera, Riconosce lo sbaglio di aver scelto il dentro e, Vorrei uscire ma dentro dovrò stare, per la madre che non accetta, Il bene del vero che ho scoperto per l'anima mia. Chiesa, Antica e poco nuova, Barca in alto mare, Getta le reti Su chi ti chiede maternità. Madre o matrigna, per me oggi barca in alto mare che teme solo di Affondare! Matrigna." Commento n°1 inviato da Giò il 2/04/2011 alle 14h27sul post: http://nelsegnodizarri.over-blog.org/article-la-chiesa-di-oggi-ci-e-madre-o-matrigna-67251291
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