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21 luglio 2014 1 21 /07 /luglio /2014 20:35

 

 

 
 
Monday 21 july 2014 1 21 /07 /Lug /2014 20:18

 

 

 

 

http://eliotroporosa.blogspot.it/2010/04/storie-zen-la-paura.html

 

 

STORIE ZEN " LA PAURA "

 

 

Ottavio CembaloUn monaco si lamentava con il suo maestro perché,nonostante tutto il suo impegno, non era in grado di raggiungere il satori.[riferito ad un profondo e permanente stadio di illuminazione]
Allora il maestro, per mostrargli cosa gli mancava, lo condusse insieme ad altri allievi sulla sommità di una collina.
La sommità era collegata alla sommità di una collina adiacente attraverso un sottile ponte di funi.Sotto, un burrone profondo si spalancava minaccioso.
Il maestro allora ordinò al discepolo di attraversare il ponte di funi.L'allievo tentò di obbedire, ma appena il suo piede si mosse da terra e cominciò a vacillare su quelle funi a precipizio sul burrone, l'allievo si sentì mancare e si voltò indietro.
"Non posso farlo, maestro, è troppa la paura!" esclamò costernato il discepolo.
Allora il maestro, tra tutti i suoi allievi, chiamò un allievo che era cieco dalla nascita e gli impartì lo stesso ordine.
Quello se pure lentamente e tastando bene con i piedi la solidità degli appoggi che trovava, compì la traversata, perché non aveva avuto paura del burrone che si apriva sotto.
Allora il maestro si rivolse al primo allievo e gli chiese : "Hai capito ora?".


La paura è ciò che ci impedisce di raggiungere ciò a cui aspiriamo.
Paura di dover arrangiarsi da soli, di dover crescere, di dover lottare, di dover soffrire, di abbandonare le proprie convinzioni...sono molteplici le paure che assalgono l'uomo e gli impediscono di arrivare all'illuminazione.
Solo chi è in grado di non guardare alle proprie paure, mettendole al primo posto d'importanza, riuscirà ad affrontare l'abisso.


Buona vita

Namastè
 
11/feb/2010 - Caricato da newvideoclips


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18 luglio 2014 5 18 /07 /luglio /2014 01:11

 

 

 

http://www.poesie.reportonline.it/poesie-di-roberto-roversi/poesia-di-roberto-roversi-mi-fermo-un-momento-a-guardare.html

 

campo di grano di Van Gogh

 

 

Mi fermo un momento a guardare

 

Non correre. Fermati. E guarda.

 Guarda con un solo colpo dell’occhio

 la formica vicino alla ruota dell’auto veloce

 che trascina adagio adagio un chicco di pane

e così cura paziente il suo inverno.

 Guarda. Fermati. Non correre.

 Tira il freno alza il pedale

 abbassa la serranda dell’inferno.

 Guarda nel campo fra il grano

lento e bianco il fumo di un camino

con la vecchia casa vicina al grande noce.

Non correre veloce. Guarda ancora.

Almeno per un momento.

Guarda il bambino che passa tenendo la madre per mano

il colore dei muri delle case

le nuvole in un cielo solitario e saggio

le ragazze che transitano in un raggio di sole

il volto con le vene di mille anni

di una donna o di un uomo venuti come Ulisse dal mare.

Fermati. Per un momento. Prima di andare.

Ascoltiamo le grida d’amore

o le grida d’aiuto

 il tempo trascinato nella polvere del mondo

se ti fermi e ascolti non sarai mai perduto.


Roberto Roversi

 

 

Fermati - Renato Zero - YouTube

www.youtube.com/watch?v=JxwjxjtOHEg
12/giu/2009 - Caricato da Sergio Nanni

 

 

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9 luglio 2014 3 09 /07 /luglio /2014 04:24

 

 

http://tiziana-laterradimezzo.blogspot.it/2011/11/fa-delle-due-braccia-due-ali-dangelo-e.html

 

 


 

Fa' delle due braccia due ali d'angelo e porta anche a me un po' di pace

 Amore,

 vola da me

 con l'aeroplano di carta

 della mia fantasia,

 con l'ingegno del tuo sentimento.

 Vedrai fiorire terre piene di magia

 e io sarò la chioma d'albero più alta

 per darti frescura e riparo.

 Fa' delle tue braccia

 due ali d'angelo

 e porta anche a me un po' di pace

 e il giocattolo del sogno.

Ma prima di dirmi qualcosa

guarda il genio in fiore

del mio cuore.

 

Alda Merini

 

www.youtube.com/watch?v=Pg_f4cMXDDo
03/apr/2012 - Caricato da princesasenzarom

 

 



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6 luglio 2014 7 06 /07 /luglio /2014 16:04

 

 

 

 

 

Sunday 6 july 2014 7 06 /07 /Lug /2014 15:48

 

 

 

 

 

http://www.poesianuova.com/poesia.php?poesia=350293&t=Affettuosamente+vecchio

 

 

 

 

 

Quadro su tela Una barca solitaria al tramonto

 

 

 

 

 

Affettuosamente vecchio

 

 

Vecchio,

 

Non ti crucciare se da oriente

 

Sei giunto a occidente

 

Perché è bella l'alba quanto il tramonto.

 

Cambiano solo i colori

 

Che i tuoi occhi hanno visto

 

E la tua mano ha dipinto.

 

Il quadro è finito,

 

Deponi fiero il pennello

 

E con orgoglio fissa la tela

 

Che porta la firma della tua vita.

 

 

D'Urso Marino

 

 

   

 

www.youtube.com/watch?v=VCtNeF4W3OE
18/giu/2014 - Caricato da Mina Mazzini Official
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27 giugno 2014 5 27 /06 /giugno /2014 06:45

 

 

 

 

 

Friday 27 june 2014 5 27 /06 /Giu /2014 06:24

 

 

 

 

http://rebstein.wordpress.com/2013/05/15/canto-della-dimenticanza/

 

 

 

 

La casa dimenticata nel tempo che vale come un tesoro.


 

 

Casa di riposo

 

I vecchi nella stanza sono seduti in cerchio.
Al centro, una donna canta e suona la fisarmonica.
“Lassuuu sulleee montaaagneeeee…. “
Dai finestroni entra luce. L’infermiera
con un carrello distribuisce tè e biscotti.
Una vecchia sulla carrozzina allarga le braccia
che diventano rami, o radici.
Poco più in là un’altra vecchia dondola
il suo canto ad occhi chiusi. Ha i capelli
raccolti a coda; indossa un maglioncino
rosa su una gonna azzurra. Un vecchio
guarda prima la donna con la fisarmonica,
poi la vecchia con la coda; una volta
batte le mani, un’altra annuisce e ride.

La donna con la fisarmonica tocca i vecchi
uno a uno; la musica diventa mano, terra di montagna.
Uno a uno i vecchi si aprono come fiori.

E’ povera la vita, bella quanto basta
a farti morire nel pieno di niente più di un corpo.
È faccenda di nessuno la carne flaccida,
le braccia a piombo sul selciato.
Lo sguardo è lontano come la luna;
niente in suo confronto.
Negli occhi la visione è colta;
nei piedi trascinati, nella mani
che non sanno più portare il cibo in bocca.

La bellezza si fa sottile, si insinua metà sorriso, metà agonia.

Un vecchio, alto, bello, lo sguardo dritto
segue la fisarmonica a passi piccoli;
si arrende la sua forza, diventa fluida luce
di questo unico giorno, unica ora, unico minuto.

 

Iole Toini

   

 

08/mar/2009 - Caricato da maryax86xx

 

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13 maggio 2014 2 13 /05 /maggio /2014 05:52

 

       

 

http://estro-verso.net/network/blog/2013/05/08/a-mia-madre-tutte-le-poesie-del-concorso/

 

 

 

La madre della speranza – Cruz Lezcano Yuleisy


    Sono sempre piccola nel tuo corpo,

la mia mano scivola e ti tocco;

ti coccolo nella mia piccola isola di ricordi.

Mamma, la parola è un sentimento

che rinasce perché è vita!

E’ onda d’infanzia

che con il tempo

si è persa là nella riva.

Mamma sulla sedia a dondolo

mi raccontavi con voce suadente

un universo di speranza

che nel mondo ho cercato

e ancora oggi cerco,

ma ora però, sono sola,

senza la guida del tuo sorriso,

senza di te,

senza i tuoi occhi che mi controllano

con quel tuo sguardo fisso;

mamma, mentre giocavo a nascondino

dietro un fitto bosco incantato

mi dividevo fra la voglia di giocare

e la voglia di rivedere il tuo viso.

Mamma dove sei?

Il ricordo di te

con il tempo è diventato un canto paralizzato

che insegue una voce che sembra lontana,

persa nell’eco limpido di una lacrima.

Mamma, chi ti ha portato via?…

Voglio andare ora sotto le stelle

a scaldare questo freddo che mi gela il viso

e così inconsapevolmente in quella stella

chissà se potrò ritrovare il tuo sorriso;

lo cercherò

nel gioco di nebbia che scende,

nell’alba di un risveglio,

nei fiocchi di memoria che s’appanna nei miei occhi

bagnando il desiderio della tua voce

che arriva dalla mia infanzia.

Mamma raccontami nuovamente

quel mondo fatato;

sì, con la tua voce!

Perché è tenera e si veste di tempo,

fa correre ancora nel mio cuore la gioia

che cavalca delle nubi con le gambe,

e mi dona le spalle del passato.

Mamma dai,

raccontami ancora la speranza!

Mamma dove sei?

La tua mancanza riecheggia nella mia mente

e mi lascia senza parole.

Mamma dove sei?

Perché non mi incoraggi più a camminare?

Perché non porti via questo dolore

di silenzio abissale?

Mamma, ho bisogno di te,

Dove sei? Su, vieni!

www.youtube.com/watch?v=iWrMiZSHrq4
28/mar/2010 - Caricato da Olho no Brasil
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10 maggio 2014 6 10 /05 /maggio /2014 07:32

 

 

Saturday 10 may 2014 6 10 /05 /Mag /2014 07:16

 

 

 

 

http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2014/05/08/news/le_vittime_dei_preti_pedofili_si_appellano_al_papa-85592871/?ref=HREC1-14

 

 

CONSEGNATO UN VIDEO IN VATICANO di ELENA AFFINITO e GIORGIO RAGNOLI

"Papa Francesco, almeno tu fai giustizia"
Appello delle vittime dei preti pedofili

Iniziativa della rete L'Abuso, l'associazione italiana in difesa delle vittime nella Chiesa cattolica. Nel filmato parlano decine di uomini e donne che quando erano minori hanno subito gli abusi sessuali, poi emersi negli ultimi anni. Le testimonianze di 8 sordomuti del Provolo di Verona, uno dei casi più gravi confermati dalla Commissione pontificia, che non sono mai stati risarciti: per la legge italiana i reati commessi erano già prescritti. Adesso tutti si sono rivolti a Bergoglio
MILANO -  "Papa Francesco ascolta anche noi". È questa la richiesta contenuta nel video-messaggio che Rete L'Abuso, l'associazione italiana in difesa delle vittime di pedofilia nella Chiesa Cattolica, ha consegnato a Papa Francesco poche ore fa in Vaticano. In questo video parlano alcune  delle vittime di abusi sessuali emersi negli ultimi anni, tra cui il caso recentissimo di Giada, la ragazza diciottenne di Portocannone in provincia di Campobasso che dopo aver denunciato il suo parroco si è ritrovata contro gli abitanti del suo paese che la accusano di essersi inventata tutto. 

A chiudere il videomessaggio sono otto vittime dell'Istituto per Sordomuti Provolo di Verona, gravissimo caso esploso nel 2009 dopo un'inchiestadell'Espresso e che ebbe molta risonanza anche all'estero. Si parlò di oltre 25 religiosi coinvolti e più di cento vittime abusate dalla metà degli anni '50 fino alla metà degli anni '90. Venne anche istituita una commissione d'inchiesta vaticana che confermò gli abusi, ma per la legge italiana quasi tutti i reati erano ormai prescritti e le vittime non sono mai state risarcite. "Non vogliamo sfidare nessuno", spiega Francesco Zanardi portavoce di Rete L'Abuso "ma abbiamo voluto far parlare le vittime, alcune giovanissime, perché si raccontasse la verità su di loro: nessuno le ha ascoltate, nessuno le ha risarcite sono state lasciate sole. I media amano questo nuovo Papa noi gli chiedano: Perché non ci ascolti?"

La denuncia di Rete L'abuso nasce dopo la recentissima audizione presso il Comitato sulla Convenzione contro la tortura di Ginevra dove il nunzio apostolico della Santa Sede all'Onu, monsignor Silvano Tomasi, ha dovuto esporre i dati aggiornati sui casi di abusi sessuali nella Chiesa. Il 7 maggio, in diretta streaming, monsignor Tomasi, ha risposto alle domande degli commissari dell'Onu, dichiarando che  i casi di abusi su minori ritenuti attendibili dalla Congregazione  per la Dottrina della Fede nel periodo tra il 2004 e il 2013 sono in tutto 3420. Tomasi ha sottolineato  che questi casi si riferiscono ad abusi perpetrati tra gli anni '50 e gli anni '80 e che i sacerdoti dimessi dallo stato clericale sono 848, mentre altri 2572 sono stati puniti con "altre misure canoniche e disciplinari" dalla Santa Sede. Durante l'audizione il delegato della Santa Sede ha inoltre quantificato la cifra totale "pagata dalle diocesi e dagli ordini religiosi per gli accordi con le vittime dal 1950 a oggi", in 2,5 miliardi di dollari, mentre l'ammontare complessivo per terapie per le vittime è stato di 78 milioni di dollari.

"Questi numeri non valgono per l'Italia dove le vittime hanno avuto ben poco sostegno da parte della Chiesa; le uniche ad ottenere un risarcimento sono state quelle in cui il reato al momento della denuncia non era ancora prescritto", spiega ancora Zanardi.  "In alcuni casi le vittime hanno addirittura dovuto difendersi dalle accuse di diffamazione intentate dalle diocesi o dal giudizio di chi voleva attribuire loro la colpa di quanto successo. Ma chi ha subito gli abusi ha bisogno di sostegno tutta la vita soprattutto se per anni si è tenuto dentro un segreto tanto atroce. Nel caso del Provolo ci sono vittime di oltre 70 anni che ancora oggi patiscono le sofferenze per gli abusi subiti in tenera età. Inoltre, il vero problema non è conoscere il numero dei sacerdoti pedofili puniti negli anni ma sapere dove sono oggi questi preti".

E qui si registrano amare sorprese. "Secondo i nostri dati", dice il portavoce di Rete l'Abuso, "quattro dei preti coinvolti nel caso Provolo, giudicati colpevoli anche dalla Commissione vaticana, furono alla fine degli Anni 90 spostati a La Plata in Argentina presso un altro istituto per sordomuti, dove avrebbero commesso nuovi reati, mentre altri sacerdoti sono ancora oggi presso l'istituto di Verona. La nostra Rete ha creato una sezione online dove è possibile trovare l'elenco dei preti giudicati colpevoli in via definitiva regione per regione. La lista contiene i nomi di 148 sacredoti condannati dal 2000 ad oggi. Riteniamo che aver reso pubblica la lista sia utile per tutti i genitori che vogliono proteggere i loro figli da questi sacerdoti. Ma riteniamo che non sia sufficiente. Crediamo che per la protezione dei minori ci sia ancora molto lavoro da fare. Noi siamo ancora qui e chiediamo al Papa di ascoltarci".
www.youtube.com/watch?v=jXLzvihYRIA
03/giu/2010 - Caricato da farfallina673

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27 aprile 2014 7 27 /04 /aprile /2014 08:40

 

 

Sunday 27 april 2014

 

 

http://www.larecherche.it/testo.asp?Tabella=Poesia&Id=4864

 

 

 

 

 

 Non ho niente da dire

 

 

 

 

 

 

 

 

Non ho niente da dire.
Le parole, rinsecchite.
Un giorno la zolla si creperà
e forse spunterà un arbusto.
Lo disseteranno gocce di rugiada
(pianto di nascita o sudore di morte?).
Le radici racconteranno storie
ma non è certo che qualcuno
le ascolterà.
La terra è letto e fatica.
Gli occhi, come aculei,
sostituiranno parole
attente a non pungere.

 

 

Loredana Savelli

 

 

 

11/dic/2009 - Caricato da Matt Escobar

 

 

 

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19 aprile 2014 6 19 /04 /aprile /2014 13:04

 

 

 

 

Saturday 19 april 2014 6 19 /04 /Apr /2014 08:42

 

 

 

http://www.poesie.reportonline.it/racconti-di-pasqua/le-campane-del-sabato-santo.html

 

 

 

 

Auguri_di_Buona_Pasqua_da_tutto_lo_staff_di_Report_On_Line
Le campane del sabato santo
 -

da il Faust di Goethe -

 


Stanco della vita e disilluso, consapevole ormai che il perché delle cose resterà sempre a lui ignoto, Faust pensa che forse la morte soltanto potrà aprirgli la porta del grande mistero, ma proprio mentre sta per bere un veleno, il suono delle campane che annunciano la Resurrezione lo distoglie dal proposito suicida.

 


(Suono di campane e coro).
CORO DEGLI ANGELI
Cristo è risorto!
Pace ai mortali,
cui gli esiziali
ereditari
insinuanti
peccati avvinsero!

 
FAUST: Voci del Cielo, a che, potenti e dolci, venite a visitarmi nella polvere? Risonate là dove sono cuori delicati! lo odo bene il messaggio, ma mi manca la fede; e il miracolo è il figlio prediletto della fede. lo non oso sollevarmi alle sfere donde risuona la buona novella; eppure, familiare con esso fin da fanciullo, questo suono mi richiama ancora alla vita.
Una volta il bacio dell' Amore celeste cadeva sopra di me nel silenzio grave del Sabato; allora il concerto delle campane risonava così carico di promesse e la preghiera era un ardente piacere.
Un'ansia indicibile e dolce mi spingeva ad errare per boschi e per prati e fra un fiotto di lacrime cocenti sentivo nascere dentro di me un mondo.
Questo canto annunciava gli allegri giuochi giovanili, la Iibera gioia della festa primaverile; e ora  il ricordo, riportandomi al sentire di quando ero fanciullo, mi trattiene dal grave passo estremo. Oh, risonate, risonate, dolci cantici celesti! Mi sgorgan le lacrime, la terra mi ha di nuovo!

 

► 4:06
www.youtube.com/watch?v=DuJnGy6JouE30 Sep 2013 - 4 min - Uploaded by Ele LaraFly
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11 aprile 2014 5 11 /04 /aprile /2014 21:20

 

 

 

Friday 11 april 2014 5 11 /04 /Apr /2014 21:03

 

 

 

 

http://www.corriere.it/salute/neuroscienze/14_aprile_08/arte-rimandare-scritta-geni-d22c059c-bf1a-11e3-9575-baed47a7b816.shtml

 

 

 

 

 

Rimandare un compito, di un minuto oppure all’infinito, è un’abile arte in cui si applica una larga fetta della popolazione mondiale. Alcuni vi si abbandonano con gioia e senza sensi di colpa, altri cercano in ogni modo di combattere la tendenza con i metodi più strani (riusciti o meno). L’atto del procrastinare ha anche grandi mentori tra i nomi del passato: Alessandro Manzoni e il suo infinito ritardo nella pubblicazione dei Promessi Sposi ne sono un grande esempio, e si dice che Demostene, per obbligarsi a non rimandare la scrittura e lo studio, si rasasse metà del capo di modo da apparire ridicolo e non poter uscire, concentrandosi sulle sue orazioni.

  

 

Procrastinare, arte da impulsivi

Un gruppo di ricercatori americani della University of Colorado di Boulder ha cercato di collegare l’atto del procrastinare con la genetica, e mettendo alla prova un campione di persone ha scoperto che esiste un legame tra i geni e questa modalità comportamentale. La ricerca, pubblicata su Psychological Science, ha dimostrato come davanti al ritardare un’azione siamo tutti diversi, ma la tendenza è simile all’interno delle coppie di gemelli, e inoltre che chi non riesce a mantenere i suoi obiettivi in tempo ha anche la tendenza a essere impulsivo.

   

 

Un campione di gemelli

Per arrivare al risultato, i ricercatori hanno analizzato i comportamenti di 181 coppie di gemelli identici o omozigoti (con lo stesso DNA), paragonando i risultati sia all’interno del duo, sia con 166 coppie di gemelli fraterni (eterozigoti), ovvero con DNA differente. Il campione è stato interrogato attraverso questionari sull’abilità nel concludere i compiti e mantenere gli obiettivi prefissati nel tempo. Tra i gemelli intervistati, gli studiosi hanno notato una vasta corrispondenza tra la tendenza a procrastinare delle coppie di gemelli identici, meno presente in quelli eterozigoti. In più, tra i grandi procrastinatori del campione si nascondeva anche la più alta percentuale di impulsivi, segno che le due tendenze sono in realtà molto legate, nonostante all’apparenza il legame non sia così intuitivo.

 

Un’abitudine che i nostri avi non avevano

Procrastinare è, secondo alcuni psicologi, una tendenza «scoppiata» nei tempi moderni che l’uomo primitivo non conosceva. È aumentata nel tempo con l’abitudine - data dal lavoro, dallo studio, dalle abitudini personali - di porsi obiettivi a medio e lungo termine, a differenza del passato, quando i bisogni (la ricerca del cibo, di un riparo e così via) andavano esauditi e risolti in brevissimo tempo. E proprio i lunghi tempi fanno sì che ci si distragga più facilmente dall’obiettivo, che per chi è geneticamente più propenso a procrastinare, può significare non arrivare in tempo alla meta, o addirittura scordarla. Ma un legame col passato resta: i più grandi procrastinatori sono anche i migliori impulsivi, tanto che i ricercatori parlano di una sovrapposizione tra i due comportamenti. Il «rimandatore» aspetta a svolgere i suoi compiti, ma sfoga poi talvolta la propria irruenza e la voglia di fare con comportamenti impulsivi. Proprio come facevano i nostri avi.

 

► 4:18
www.youtube.com/watch?v=jkrOHFlOgZ414 Jul 2011 - 4 min - Uploaded by Cecilia Ceci Andreini
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Presentazione

  • : RIABILITAZIONE POST MORTEM DI PADRE GINO BURRESI
  • : Riabilitazione post mortem di Padre Gino Burresi Firma la Petizione https://petizionepubblica.it/pview.aspx?pi=IT85976 Giò 04/02/2011 14:27 "Sono dentro, donna o uomo che vive li nel seno di questa chiesa. Da me amata, desiderata e capita... Sono dentro. Mi manca aria, Aspetto l'alba, Vedo tramonto. La chiesa dei cardinali madri per gioielli, matrigne per l'amore. Ho inciampato e la chiesa non mi sta raccogliendo. Solitudine a me dona, a lei che avevo chiesto Maternità. E l'anima mia, Povera, Riconosce lo sbaglio di aver scelto il dentro e, Vorrei uscire ma dentro dovrò stare, per la madre che non accetta, Il bene del vero che ho scoperto per l'anima mia. Chiesa, Antica e poco nuova, Barca in alto mare, Getta le reti Su chi ti chiede maternità. Madre o matrigna, per me oggi barca in alto mare che teme solo di Affondare! Matrigna." Commento n°1 inviato da Giò il 2/04/2011 alle 14h27sul post: http://nelsegnodizarri.over-blog.org/article-la-chiesa-di-oggi-ci-e-madre-o-matrigna-67251291
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